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Dal
Brennero ad Atene Rilanciare politiche ed
istituzioni europee Tra
gli scontri al Brennero e quelli di piazza ad Atene, l’Europa ha trascorso un
altro weekend di passione. Sono due le paure che continuano ad agitare i
nostri sonni, il blocco delle frontiere, il default finanziario. Da una
parte, si vedono regredire gli straordinari passi avanti compiuti nel
continente grazie alla libera circolazione, dall’altra una crisi economica,
che potrebbe mettere i vari stati nazionali in ginocchio. La costruzione
europea non è mai apparsa tanto precaria e si comprende, dopo 15 anni
dall’adozione della moneta unica senza l’integrazione politica, quali sono le
possibilità autentiche di andare avanti, piuttosto che di tornare indietro?
Oramai ci sono solo due partiti che radunano quelli che richiamano
l’applicazione delle regole sottoscritte o quelli che chiedono apertamente di
violarle. L’idea di rimettersi ad un tavolo per ridiscutere quello che non
funziona, appare un impresa impossibile. Il momento magico è svanito, i
vecchi nazionalismi che hanno dilaniato il continente per secoli, sembrano
sul punto di prevalere. Tutta la colpa è della Germania, tutta la colpa è dei
paesi latini, non se ne esce. L’Inghilterra potrebbe decidere di allontanarsi
con un referendum popolare che suonerebbe come un colpo di grazia. Che Europa
sarebbe senza l’Inghilterra, l’inossidabile bastione democratico vincente
contro i due totalitarismi del ‘900? E d’altra parte perché l’Inghilterra
dovrebbe alienare i suoi poteri ad istituzioni europee tanto deboli e
lacerate? Non c’è più molto tempo per provare a mettere le cose a posto,
magari il tempo potrebbe essere esaurito del tutto, per lo meno viene da
pensarlo dai sentimenti delle popolazioni, ma anche delle élite che hanno
responsabilità precise nella guida dei loro paesi. Tanto peggio, tanto
meglio, sembra la nuova parola d’ordine, anche in Italia, dove c’è già chi è
arrivato ad elogiare il populismo senza patemi. Alla crisi economica si è
aggiunta l’emergenza democratica. Può darsi che il premier Cameron esageri
quando presagisce un rischio di guerra per l’Europa nel caso di fuoriuscita
britannica della Ue, ma a questo punto si è spinto il dibattito. Una ragione
in più perché il partito repubblicano e le forze liberal
democratiche italiane difendano e rilancino le politiche e le istituzioni
europee. Roma, 9
maggio 2016 |
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